Scrive Enzo Di Mauro: "I giornalisti musicali, specie con Battiato, non esercitano il mestiere della critica. Essi lo considerano - a ragione - uno fra i più bravi, e dunque non lo discutono neppure. Essi pensano ad altro piuttosto che pensare l’impensabile. (…) Temono di non capire e perciò non capiscono. La loro domanda è sempre la stessa: “Chissà cosa vorrà dire? Non può essere così semplice”. Che è poi la traduzione in altro ambito dell’italica sottocultura che si chiede di continuo: “Cosa c’è dietro?”. Essi, con Battiato, hanno rinunciato fin da subito alla letteralità. In Battiato, per i giornalisti, una cosa non è mai una cosa. È sempre un’altra cosa ancora. Invece, in quelle canzoni - nelle più belle, nelle più riuscite, nelle più ispirate - la forza si nasconde in superficie". Con un saggio fotografico di Roberto Masotti.
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